17 Gen Intervista con Ilaria Iseppato
Liberare il proprio sé, abbandonando gender bias, gabbie mentali, schemi logori e predefiniti che ci siamo imposti oppure che subiamo. Questa la missione di Ilaria Iseppato. PhD in sociologia, Coach, Mentor, autrice di oltre 30 pubblicazioni, nazionali e internazionali sui tempi relativi a sociologia, medicina narrativa, metodologia della ricerca sociale e marketing sociale. Iseppato è Communication & Marketing Manager di Six Seconds Italia & Europa, il più grande network di Intelligenza Emotiva al mondo che ha come vision quella di allenare le competenze socio emotive di un miliardo di persone. Fra i suoi principali interessi lo studio e la ricerca sulle disuguaglianze sociali.
Sei fiera del tuo lavoro? (Jasmin, 10 anni, partecipante al progetto “Anche noi Reporter!”)
Cara Jasmin, che domanda meravigliosa! Sì, sono fiera del mio lavoro e orgogliosa di poterlo dire. La realtà è che sono una privilegiata, che un giorno ha incontrato un network internazionale che le ha dato la possibilità di crescere come persona, prima ancora che come professionista nel coaching e nel mentoring, fino a poter contribuire affinché quante più persone possano vivere la stessa esperienza. Sento di voler fare molto per restituire al mondo un po’ della mia gratitudine.
Qualcuno o qualcosa ti ha ispirata? (Maddalena, 9 anni, partecipante al progetto “Anche noi Reporter!”)
Cara Maddalena, la mia più grande ispiratrice è la mia bambina che si chiama Bianca Maria, che in questo momento ha esattamente la tua età. E’ stato osservando la sua gioia di vivere, la sua curiosità e la meraviglia di una nuova vita che si fa strada nel mondo che ho trovato il coraggio di lasciare una strada che non sentivo più mia verso un’altra ancora non del tutto conosciuta, ma che mi apriva a straordinarie opportunità di impattare positivamente sugli altri e sull’ambiente. In qualche modo, sono stata emotivamente contagiata dal suo entusiasmo, trovando il coraggio di inseguire i miei sogni. In effetti, è stata una delle scelte in cui sono certa di aver fatto buon uso della mia intelligenza emotiva, ascoltando le mie emozioni, senza tradire me stessa.
Come esprimi la tua immaginazione, la tua creatività? (Domanda estratta da “L’Età di mezzo – Cambio pelle” progetto Pilota Reggio Emilia)
Mi sono sempre ritenuta una persona poco creativa, che facesse uno scarso uso della propria immaginazione. Probabilmente fa parte del mio bagaglio di convinzioni limitanti… quando ho scoperto che il muscolo dell’ottimismo è quella leva che ci fa trovare e sperimentare sempre nuove alternative, senza restare ancorati al palo, ho capito che forse esprimo solo la mia immaginazione in una maniera molto pratica. Una creatività al servizio del problem solving direi, e della costruzione di nuove strade di conoscenza, relazione, networking. Mi piace creare per mettere a terra, per veder realizzate nuove cose.
Cosa ti piace di più e cosa di meno dell’età che stai vivendo e che titolo daresti a questa fase della vita? (Domanda estratta da “L’Età di mezzo – Cambio pelle” progetto Pilota Reggio Emilia)
Direi “raccolto”… forse mai come ora inizio a sentirmi sufficientemente solida e sicura del percorso fatto e pronta a raccoglierne i frutti, per me e per gli altri. Un’età “piena”, rotonda, ma ancora giovane per pensare a tante future semine e ad altrettanti raccolti. Forse l’aspetto che mi piace meno è la fatica a mantenere una certa sostenibilità tra le diverse aree della mia vita: anche se concordo totalmente con chi ha detto “Fai il lavoro che ami e non lavorerai un giorno”, quando lo ami così tanto rischi, come nel mio caso, di doverti obbligare a staccare! Per fortuna, anche in questo caso, le emozioni sono ottime sentinelle per auto monitorarsi!
Tu hai un’amica o un amico diversa da te? Che cosa vi distingue? (Domanda estratta dal libro-progetto “Volo con te”)
Per fortuna ne ho tanti e tante, ognuno e ognuna meravigliosi/e nella loro diversità! Ho amici profondamente riflessivi, da cui imparo a domare l’impulsività in alcune situazioni, altre che mi ricordano di vivere con leggerezza, che non è superficialità ma planare sulle cose con cuore leggero, altri ancora che alimentano il mio senso di cura e allenano la mia empatia, spesso molto legata al fare e non abbastanza al sentire. Quello che ci distingue ci arricchisce vicendevolmente, non penso sarebbe possibile potenziare la nostra intelligenza emotiva senza il confronto proprio con le persone che esprimono talenti diversi dai nostri.
Cosa pensi di BET SHE CAN?
Ho conosciuto questa realtà da poco tempo e da donna, mamma e facilitatrice di Intelligenza Emotiva mi ha subito fatto battere il cuore. Credo sia un contesto di crescita e sviluppo fantastico, che aiuta a scardinare stereotipi sociali legati al genere che impattano terribilmente sul nostro modo di considerare le emozioni e l’emotività in generale, invece di valorizzare le competenze socio emotive di tutti e tutte noi.
Ed è per questo che vorrei fare a tutte e tutti coloro che stanno leggendo, un piccolo omaggio, ovvero la possibilità di scaricare le attività del POP-UP Festival delle Emozioni, del Benessere e dei Diritti dei Bambini e delle Bambine, un’esperienza gratuita di apprendimento pratico ed esperienziale da 3 a 100 anni e multilingue, per allenare la propria intelligenza emotiva, perché giocare è una cosa molto, molto seria! Buon divertimento e spero di abbracciarvi presto dal vivo!!!!
Che consigli ci daresti per migliorare – al quotidiano – la nostra intelligenza emotiva? (domanda della fondatrice Marie Madeleine Gianni)
L’Intelligenza Emotiva è un insieme di competenze, mi piace dire muscoli socio emotivi che tutti abbiamo e possiamo scoprire ed allenare. Perché? Perché le persone più allenate raggiungono risultati migliori, coltivano relazioni più soddisfacenti, mantengono un equilibrio interiore ed esteriore più sano, generando impatti positivi sul sistema in cui sono inserite. Il primo passo? Fare amicizia con le nostre emozioni! Queste scariche di amminoacidi che continuamente impattano sul nostro corpo e che spesso sono tanto socialmente temute, tanto da essere cresciuti con il consiglio di soffocarle o metterle da parte in molti contesti di vita o lavoro, in realtà sono amiche e alleate preziose, se sappiamo ascoltarle. E allora, perché non allenarci ad accoglierle – tutte – chiedendo loro come si chiamano e quale messaggio sono venute a portarci? E perché si stanno manifestando proprio in questo momento? Questo piccolo, grande passo ci permetterà di imparare a considerare tutte le informazioni in gioco quando dobbiamo prendere una decisione (non solo quelle razionali), diventando sempre più consapevoli, intenzionali e orientati verso ciò che per noi ha davvero valore.
Accompagna la crescita di bambine e ragazze nella fase della preadolescenza attraverso strumenti di supporto allo sviluppo della consapevolezza di ciò che sono e di ciò che vogliono essere, fino alla libertà nelle loro scelte e azioni.