14 Apr Intervista con Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano
Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria elettronica presso il Politecnico di Milano, Donatella Sciuto ha frequentato l’Università del Colorado – Boulder per un dottorato in ingegneria elettrica e informatica. Ha inoltre conseguito un Master in Business Administration presso l’Università Bocconi.
Nel 1986 è diventata ricercatrice presso l’Università degli Studi di Brescia, poi nel 1992 è tornata al Politecnico di Milano come professoressa associata ed è stata promossa a professoressa ordinaria nel 2000. È diventata vice rettrice dell’università nel 2010. È stata eletta rettrice per il mandato 2023-2028, diventando la prima donna a dirigere l’università!
Donatella, com’eri da bambina?
Da bambina ero timida, mi piaceva leggere e mi piacevano le attività fisiche, volevo diventare una sportiva o lavorare nel mondo dello sport. Però avevo un papà ingegnere che mi ha insegnato ad essere curiosa di come funzionano le cose, mi ha insegnato a smontare e rimontare oggetti e questo mi ha sicuramente influenzato nella mia scelta universitaria.
Essere una femmina ha influito sulle tue scelte scolastiche?
Non credo che essere femmina abbia influenzato le mie scelte scolastiche, nella mia famiglia non sono mai state messe in discussione le mie capacità rispetto a quelle di mio fratello. L’unica differenza tra me e mio fratello è che mia madre ogni tanto cercava di farmi indossare la gonna invece dei pantaloni!
Hai avuto difficoltà nel corso della tua carriera in quanto donna?
Sicuramente ci sono stati dei momenti in cui essere donna è stato uno svantaggio, ma in generale ho avuto più problemi perché ero sempre considerata troppo giovane per le promozioni rispetto agli altri candidati che non per il fatto di essere donna.
Cosa consiglieresti alle studentesse che vogliano intraprendere una carriera STEM?
Il mio consiglio è sempre quello di osare, di non ascoltare i pregiudizi ancora presenti nella nostra società sulle donne in ambito STEM: è importante seguire le proprie passioni e cercare la propria strada in libertà e senza condizionamenti. Oggi il numero di ragazze a Ingegneria sta crescendo, anche se lentamente, e i loro risultati sono sempre all’altezza se non migliori dei loro compagni.
Quali sono gli stereotipi uomo/donna che secondo te ancora persistono ai nostri giorni?
Purtroppo, gli stereotipi sul genere sono ancora molti, come riportano i rapporti delle Nazioni Unite e portano a disuguaglianze sia nel mondo del lavoro che nella società, come minor numero di donne che lavorano, con stipendi inferiori a pari professionalità e minori possibilità di carriera. Le donne oggi, specie in Italia, sono ancora responsabili della cura dei figli e dei genitori e della casa.
Cosa pensi di BET SHE CAN?
Credo che il progetto di BET SHE CAN sia importante per aiutare le bambine e le ragazze ad essere consapevoli che sono loro che hanno in mano il loro futuro e devono saper scegliere la loro strada in libertà. Non tutti hanno la fortuna di avere intorno a loro persone che credono nelle loro potenzialità, qualsiasi esse siano!
Ed ora alcune domande dal progetto “Anche noi reporter” sostenuto da IREN
Francesca (9 anni) “Che cosa ti piace del tuo lavoro?” Ho scelto la carriera universitaria per poter fare ricerca e quindi continuare a pormi domande e cercare soluzioni, avendo la libertà di scegliere quello che mi interessava studiare. Oggi, dopo tanti anni, apprezzo molto anche insegnare ai ragazzi e alle ragazze che studiano Ingegneria Informatica e vederli crescere sia professionalmente che umanamente. Fare il rettore poi significa gestire una piccola città, composta da più di 100 edifici, quasi 50.000 ragazzi e ragazze che provengono da più di 100 Paesi diversi e circa 3000 persone che lavorano nei nostri campus. Un mestiere un po’ diverso ma sempre stimolante!
Elisa (8 anni) “Hai paura di qualcosa?” Tutti abbiamo delle paure, è umano! Io ho paura dei serpenti sin da quando ero bambina e abitavo in campagna.
Jasmine (10 anni) “Sei fiera del tuo lavoro?” Sono fiera del lavoro che faccio perché penso non ci sia cosa più bella che preparare i ragazzi e le ragazze alla loro vita futura, sperando che facciano meglio delle generazioni passate per il nostro pianeta.
Irma (10 anni) “Sei famosa?” Non sono interessata a essere famosa in generale, preferisco essere ascoltata per quello che dico e faccio. Sicuramente un po’ di notorietà è arrivata quando sono stata eletta come prima rettrice al Politecnico di Milano dopo 160 anni di rettori maschi.
Maddalena (9 anni) “Qualcuno o qualcosa ti ha ispirata?” Non credo ci sia stata una persona specifica che mi abbia ispirato, ma ho avuto la fortuna di avere molti esempi positivi nella mia vita che mi hanno incoraggiato a seguire la mia strada.
Accompagna la crescita di bambine e ragazze nella fase della preadolescenza attraverso strumenti di supporto allo sviluppo della consapevolezza di ciò che sono e di ciò che vogliono essere, fino alla libertà nelle loro scelte e azioni.